di Marco Trezzi*
Cosa significa “Parco Nazionale”? Che significato hanno le parole “area protetta”? Mi sono posto queste domande già diversi anni fa, quando lanciai l’allarme sulle concessioni rilasciate, nel totale silenzio, da diversi enti: comuni, Provincia, Regione e Parco Nazionale dello Stelvio, per approvare un futile progetto di sfruttamento del prezioso Lago Bianco al Passo Gavia, per produrre neve artificiale.
È difficile per chi non è del luogo comprendere l’importanza, la bellezza ma anche la fragilità dell’ambiente e degli habitat che ruotano attorno al Lago Bianco, ma siamo dinanzi a una vera sopravvivenza dell’era glaciale: uno specchio d’acqua ad oltre 2600 metri di quota attorno al specie vegetali di grande importanza costituiscono l’unico esempio di tundra artica su suolo italiano.
La sua alimentazione deriva di fatto da un rock glacier, il morente ghiacciaio dei Tre Signori, ancora coperto da uno spesso strato di detriti. Un velo di limo copre infatti tutta la parte Est del lago, proprio dove si immettono le acque glaciali che lo alimentano. È difficile prevedere cosa di fatto accadrà quando il ghiaccio ancora presente sotto i detriti cesserà di alimentarlo, e questa deve essere una ragione in più per tutelarlo. Lo stesso limo, nutriente fondamentale per terreni e specie vegetali, sarà intanto rimosso dal lago per il corretto funzionamento dell’impianto che porterà l’acqua a Santa Caterina Valfurva, per poi finire nei cannoni da neve.
Quella per il Lago Bianco non è una battaglia per vecchi romantici: è una battaglia ragionata e razionale, figlia di un tempo che chiede sforzi e cambiamenti importanti. Il ripristino della Natura deve essere un mantra, una battaglia per conservare invece di continuare a sfruttare, per garantire la continuità degli habitat e l’integrità delle acque del lago, dalle quali dipendiamo anche noi umani, anche se è più difficile accorgersene.
Il Lago Bianco è un lago che può continuare ad esistere senza diventare di fatto un bacino di compensazione da riempire e svuotare a piacimento di imprenditori senza scrupoli. Oltre agli aspetti ambientali, ci sono temi legislativi che mettono un punto difficilmente aggirabile. Tutta la valle del Gavia è soggetta a forti vincoli in quanto parte di una riserva statale fondata nel 2007 per compensare le perdite di habitat derivanti dal declassamento di un’area di parco adiacente, in seguito all’ampliamento del comparto sciistico di Santa Caterina avvenuto in occasione dei Mondiali di Sci Alpino del 2005.
La riserva “Tresero/Dosso del Vallon” ha vincoli e tutele ancora maggiori di tutta la restante area Parco, inclusa com’è in una in ZPS (Zona Protezione Speciale) ed essendo inoltre area Natura 2000. È chiaramente impossibile che, visto il Piano Parco ed il regolamento della Riserva, si sia potuti arrivare a queste concessioni. Per questo abbiamo creato un gruppo social, composto ormai da 1300 persone, per salvare il lago da questo vero e proprio crimine ambientale. Stiamo raccogliendo fondi per portare se necessario la questione fino ai più alti vertici della Commissione Europea in tematiche ambientali, affinché la verità sia stabilita e i lavori siano al più presto bloccati.
Ripetiamo a gran voce che tutto questo, all’interno di queste aree protette, non può essere stato concesso senza forzature e storture. Convinti di questo, portiamo avanti a testa alta la causa, affinché il lago bianco sia salvato ma diventi soprattutto un simbolo, affinché abusi del genere non possano più essere perpetrati nel Parco Nazionale dello Stelvio. Aiutateci anche voi in questo progetto di salvaguardia ambientale di uno dei luoghi più incredibili delle Alpi.