Emergenza capannoni sulle terre lombarde: fermiamo il consumo di suolo!
Il 20 aprile #salviamoilsuolo mobilita i cittadini per difendere il bene comune del suolo: presìdi al mattino al Santuario di Caravaggio (BG) e al pomeriggio al Parco delle Cave (BS)
Gli ambientalisti inviano le loro richieste a maggioranza e a opposizione regionale: “si dia assoluta priorità alla rigenerazione di aree dismesse per fermare la proliferazione di insediamenti su suoli agricoli”
Scarica questo comunicato stampa e la lettera inviata agli amministratori lombardi
Visita la pagina web della mobilitazione con i presidi in programma sabato 20 aprile
La Lombardia, prima regione in Italia, “riconosce il suolo quale bene comune”. E’ quanto afferma una legge regionale (la n. 31 del 2008). Un principio fondamentale e consonante con l’obiettivo, ribadito dalla Strategia Europea sul Suolo, di perseguire lo stop al consumo di suolo entro il 2050.
La Regione ha tentato più volte di declinare tale principio nella propria disciplina urbanistica, in primo luogo con la legge del 2014 sulla riduzione del consumo di suolo. Ma i risultati sono stati insoddisfacenti, ed anzi, in Lombardia, negli anni successivi all’approvazione della legge, il consumo di suolo è addirittura aumentato, passando da 400 a oltre 900 Ha/anno, con un contributo importante derivante dalla realizzazione di nuovi capannoni di logistica industriale.
Uno studio dell’Università LIUC stima che nell’ultimo decennio la superficie fondiaria interessata da capannoni logistici è cresciuta del 50%, che corrispondono a un aumento di quasi 1000 ettari occupati da nuovi magazzini.
La legge 18 del 2019 sulla rigenerazione urbana e territoriale ha ribadito la necessità che gli strumenti di governo del territorio, sempre per ridurre il consumo di suolo, orientino gli interventi edilizi verso le aree già urbanizzate, degradate o dismesse che, secondo dati DAStU-Politecnico di Milano, occupano almeno 5000 ettari, l’82% dei quali nelle fasce di pianura.
Si tratta di un patrimonio di aree che richiedono una riqualificazione, e spesso una bonifica, ai fini del reinsediamento di attività produttive, ma che oggi non risultano sufficientemente attrattive verso le nuove attività produttive, rispetto alle aree agricole: gli operatori immobiliari si orientano verso aree libere, riferibili a territori di piccole amministrazioni comunali, in cui puntano ad ottenere grandi superfici a basso costo, attraverso procedure rapide e negoziazioni dirette con gli amministratori locali.
Tali localizzazioni, oltre a consumare suolo agricolo, presentano lo svantaggio di non risultare favorevoli, in particolare per i lavoratori degli stabilimenti e le loro famiglie (carenza di servizi di trasporto, distanza dai grandi centri abitati e dalle relative dotazioni di servizi abitativi, sociosanitari, scolastici)
La continua e caotica crescita dei nuovi capannoni è il risultato dell’assenza di una pianificazione e di un governo regionale per i nuovi processi insediativi industriali e logistici, della contraddittorietà delle norme che dovrebbero presiedere al governo del territorio e alla tutela dei suoli dalle spinte speculative, e dall’assenza di meccanismi di reale incentivazione, economica e procedurale, che renda competitivo, per gli operatori immobiliari, il riutilizzo di aree dismesse.
Per contestare questo stato di cose, sabato 20 aprile la Pianura Lombarda si mobilita contro il consumo di suolo, con due manifestazioni, una al santuario di Caravaggio, luogo simbolo dell’aggressione dei capannoni, e una a Brescia, partendo dal Parco delle Cave.
Per spiegare le ragioni della mobilitazione ed investire il legislatore lombardo delle proprie responsabilità, Legambiente e il coordinamento #salviamoilsuolo OGGI hanno inviato una lettera aperta a maggioranza e minoranza politica in Regione Lombardia, invitando i consiglieri regionali ai presidi e condividendo il manifesto delle loro proposte per cambiare un quadro di norme regionali che fino ad oggi semplicemente non ha visto arrivare l’espansione logistica.
“Quello del consumo di suolo è un tema chiave del nostro territorio. Una battaglia per Legambiente, iniziata nei primi anni duemila e ancora aperta” commenta Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia. “Oggi più che mai, con una emergenza climatica in corso, è necessario fermare il consumo di suolo, lasciando i campi alla loro funzione agricola. Gli insediamenti per la logistica, i data center e le nuove funzioni industriali e terziarie devono trovare un quadro di norme che dia priorità alla rigenerazione di aree dismesse.”
Le richieste di ambientalisti e comitati locali sono articolate in 6 punti:
Priorità al riutilizzo delle aree dismesse, tutelando tutte le aree libere, naturali e agricole
Pianificazione e governo dei nuovi fenomeni di sviluppo industriale e logistico
Rafforzamento ed estensione dello strumento della Valutazione d’Impatto Ambientale (VIA)
Disincentivo del consumo di suolo libero e nuovi obblighi di compensazioni ecologiche
Gestione dell’offerta di servizi necessari a fare fronte ai bisogni espressi dalla manodopera impiegata nei nuovi stabilimenti
Obbligo di mitigazioni energetiche e climatiche per le nuove costruzioni
“Non è più accettabile che nella prima regione industriale italiana si concentrino nuovi insediamenti che imprimono formidabili impatti ambientali,” conclude Barbara Meggetto. “Consumo di suolo e aumento della congestione delle infrastrutture stradali portano nei territori e nelle piccole comunità rurali della Pianura Lombarda un sovraccarico di nuovi bisogni sociali, oltre a condizioni disumane di sfruttamento in molti stabilimenti. Per questo è sacrosanto prendere parte alle mobilitazioni di sabato.”