Il progetto, cofinanziato da Fondazione Cariplo e guidato dal Parco Lombardo Valle del Ticino, si concentra sulla valorizzazione dei benefici offerti dall’acqua negli ambienti rurali e naturali tra Piemonte e Lombardia
Elevata urbanizzazione e agricoltura intensiva frammentano in maniera preoccupante gli habitat naturali, non consentendo alle specie di muoversi nel proprio ambiente. Una condizione diffusa in diverse aree della pianura Padana che rischia di minare il delicato equilibrio tra natura e attività antropiche. Per fermare la perdita di habitat e valorizzare i benefici offerti dall’acqua negli ambienti rurali tra Piemonte e Lombardia, prende il via il progetto “ARETÈ – ACQUA IN RETE: gestione virtuosa della risorsa idrica e degli agroecosistemi per l’incremento del capitale naturale”, con interventi di riqualificazione ecologica su un’area che ha come fulcro la Valle del Ticino, ma si estende verso ovest fino colline novaresi, nelle zone ricomprese nella Riserva MAB UNESCO Ticino Valgrande Verbano, scende verso la Lomellina, mentre a est raggiunge l’Alto Milanese. Il territorio include numerose aree protette, quali i due parchi che tutelano il Ticino in sponda lombarda e piemontese, diversi siti della Rete Natura 2000, la rete ecologica diffusa su tutto il territorio europeo, oltre ad alcuni PLIS e all’Oasi WWF di Vanzago.
Il progetto triennale, cofinanziato da Fondazione Cariplo nell’ambito del bando “Capitale Naturale 2018”, è guidato dal Parco Lombardo Valle del Ticino e può contare sulle competenze di un ampio gruppo di partner: l’Ente di gestione delle aree protette del Ticino e del Lago Maggiore, la Provincia di Pavia, l’Associazione Irrigazione Est Sesia, il Consorzio di Bonifica Est Ticino Villoresi, l’Università degli Studi di Milano, l’Istituto di Ricerca sulle Acque – Consiglio Nazionale delle Ricerche, Legambiente Lombardia Onlus, la Società Cooperativa Sociale Eliante Onlus e la Società di Scienze Naturali del Verbano Cusio Ossola.
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Il progetto, che ha avuto avvio a febbraio e si concluderà nei primi mesi del 2022, prevede innanzitutto una generale ottimizzazione della circolazione dell’acqua, che permetterà un incremento diffuso della biodiversità e un migliore approvvigionamento da parte delle realtà agricole. Particolare attenzione verrà rivolta a quegli interventi idraulici che uniranno la completa funzionalità ecologica a un migliore inserimento nel paesaggio tradizionale.
Gli interventi saranno declinati a seconda delle caratteristiche puntuali del territorio: saranno create o recuperate aree umide, verranno incrementate le superfici gestite a marcita o prato allagato, si promuoverà la realizzazione di prati fioriti e tessere agroambientali (piccole macchie prative/arbustive) e si interverrà per riqualificare ampie superfici boscate.
“Il titolo del progetto, ARETÉ, che per gli antichi Greci significava virtù, è stato scelto perché ne riassume l’obiettivo generale che è rappresentato dalla volontà di accrescere il valore ecologico di zone già tutelate, rafforzandone il ruolo di aree sorgente di biodiversità, esportando al contempo le esperienze più virtuose ed efficaci di gestione agroambientale, naturalistica e forestale fuori dai confini delle aree protette. Innovativa sarà anche la quantificazione dei servizi ecosistemici derivanti dagli interventi, vale a dire tutti quei benefici che gli ecosistemi naturali apportano al genere umano come, per esempio, la depurazione dell’acqua o l’impollinazione”, spiega Gian Pietro Beltrami, Presidente del Parco del Ticino Lombardo. “Durante il progetto verranno anche organizzate attività di disseminazione rivolte alle comunità locali e alle realtà attive sul territorio, quali aziende agricole, associazioni, amministrazioni comunali, scuole, GEV, con il duplice obiettivo di illustrare i vantaggi legati a una buona gestione delle risorse naturali e di creare una forte sinergia per garantire un presidio continuo degli interventi realizzati”.
L’acqua è l’asse portante del progetto, in quanto risorsa primaria che sostiene la biodiversità e che crea ambienti caratteristici come aree umide, fontanili, marcite, boschi igrofili, oltre a ricoprire il ruolo di “rete stradale” per molte specie selvatiche; il reticolo di canali che caratterizza questo tratto di pianura è, infatti, fondamentale per permettere loro di muoversi in un contesto molto urbanizzato e caratterizzato da barriere difficili da attraversare. Altrettanto importante è la funzione agricola e paesaggistica: dalle risaie della Lomellina ai campi coltivati dell’Alto Milanese, la presenza e la corretta gestione dell’acqua è fondamentale per garantire la sostenibilità economica delle aziende agricole locali e il mantenimento del paesaggio tradizionale. Per questo il progetto si pone l’obiettivo di attuare strategie di utilizzo efficiente dell’acqua, contrastando il più possibile gli sprechi e intervenendo sugli aspetti funzionali, strutturali ed ecologici del reticolo idrico.
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