Più in auto o a piedi, mezzi pubblici in calo rispetto al periodo pre-pandemia. A Milano cresce l’uso della bici
La combinazione tra pandemia, crisi energetica e inflazione incalza e come conseguenza ha un aumento della percentuale degli spostamenti con mezzi privati. Sono i risultati emersi dal nuovo sondaggio Ipsos-Legambiente sui comportamenti e le propensioni di mobilità degli italiani, somministrato su scala nazionale con un focus sulle grandi città di Milano, Torino, Firenze, Napoli e Roma. L’indagine rientra nell’ambito della Clean Cities Campaign, network europeo di associazioni ambientaliste e movimenti di base che punta al miglioramento radicale della qualità dell’aria attraverso stili di mobilità più sostenibile, ridistribuzione dello spazio urbano in favore delle utenze deboli e conversione dei trasporti all’elettrico.
Milano si discosta dalle grandi città italiane per il numero maggiore di cittadini che scelgono di spostarsi a piedi: il 47-48% del campione intervistato sottolinea che gli spostamenti a piedi sono una opportunità anche per risparmiare sul carburante o sul singolo biglietto dell’autobus, quando il tragitto è breve. Con questa nuova tendenza, acquisisce sempre più rilevanza la “città 15 minuti”, il ridisegno urbanistico che vuol progettare tutti i servizi essenziali – il lavoro, i negozi, l’assistenza sanitaria, l’istruzione, il benessere, la cultura, lo shopping e il divertimento – in prossimità della residenza. Nelle città dense è già, in parte, realtà.
Il sondaggio mette in luce come la scelta dei mezzi pubblici sia in calo rispetto al periodo pre-pandemiae che l’auto sia il mezzo più scelto anche nei tratti brevi soprattutto fuori dai grandi centri abitati. A Milano circolano ancora 495 macchine ogni 1000 abitanti, circa 200 unità sopra le città europee più evolute. Inoltre, la ricerca sottolinea come l’auto sia spesso male utilizzata: a fronte di percorsi brevi, l’auto assorbe ancora la metà del tempo complessivo dedicato agli spostamenti, aumentando l’inefficienza delle altre modalità. AreaB e AreaC, istituite anche con questa funzione, non hanno ancora ridotto la percezione di una congestione eccessiva, aggravata dall’effetto della pandemia che ha compresso l’uso del trasporto collettivo.
Nel capoluogo lombardo, a differenza delle altre città in esame dove è in calo, il campione segnala un aumento dell’uso della bicicletta nell’ordine del 21%. Per Milano è una conferma: con politiche di mobilità alternative si arriva a cambiamenti positivi. Tuttavia, la ciclabilità milanese, prima nella classifica nazionale del Giretto d’Italia, un “Campionato Urbano della Ciclabilità” di Legambiente partecipato dalle amministrazioni, non riesce a esprimere completamente le sue potenzialità anche in fatto di logistica delle merci e fatica ad affermarsi per le troppe automobili in circolazione.
“Milano resta un’oasi di innovazione nel paese, ma allo stesso tempo rispecchia la tendenza nazionale – spiega Federico Del Prete, responsabile Mobilità e Spazio Pubblico di Legambiente Lombardia –. La vera sostenibilità si raggiunge anzitutto restituendo pari spazio a tutte le modalità di trasporto, uno spazio ancora troppo sbilanciato a favore della motorizzazione privata. È necessario uscire dalla dipendenza dell’auto ripensando anche alla sosta di mezzi fermi per troppo tempo, occupando lo spazio pubblico della città spesso gratuitamente. Solo affrontando anche questa ennesima sfida, aumentando i parcheggi per biciclette e cargo bike nonché allo sharing, avremo una città davvero sicura”.