Si è chiuso oggi il IV meeting di progetto (12-13 novembre) ospitato dalla Regione Lombardia, con una visita tecnica alle opere idrauliche di Panperduto e della Miorina
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Il progetto europeo Life Climax Po ha scelto Milano e due eccellenze dell’ingegneria idraulica lombarda per il suo quarto meeting nazionale. L’incontro, iniziato ieri presso la sede della Regione Lombardia, ha posto al centro del dibattito la gestione sostenibile delle acque del distretto del fiume Po nell’era dei cambiamenti climatici. A chiusura dell’evento è stata organizzata una visita di due infrastrutture strategiche per la gestione delle acque del Ticino: il nodo idraulico di Panperduto, gestito dal Consorzio Est Ticino Villoresi e la Diga della Miorina,gestita dal Consorzio del Ticino. Entrambe le strutture, la prima situata a Somma Lombardo (VA) e la seconda a Golasecca (VA), rappresentano esempi di best practice nella gestione efficiente delle risorse idriche e nella resilienza territoriale ai cambiamenti climatici.
Durante la giornata di ieri, i 25 partner di progetto (tra cui oltre Regione Lombardia, ERSAF, ANBI e le ANBI del distretto, ARPA, AIPo, le Regioni Veneto, Piemonte e Emilia Romagna), coordinate dall’Autorità di Bacino distrettuale del fiume Po, si sono riuniti per analizzare i risultati ottenuti nei primi 18 mesi del progetto e pianificare le future azioni per i prossimi 7 anni, con l’obiettivo di rafforzare, in modo congiunto e su larga scala, la capacità di adattamento ai cambiamenti climatici del bacino del Po, scelta come area pilota a livello nazionale, attraverso una gestione ‘climaticamente intelligente’ delle risorse idriche. Hanno aperto i lavori Gianluca Comazzi, Assessore Territorio e Sistemi Verdi di Regione Lombardia, Alessandro Bratti, Segretario generale dell’Autorità di bacino distrettuale del fiume Po, Alessandro Rota, Presidente di ANBI Lombardia, Orietta Cazzuli, Direttrice Monitoraggio e Prevenzione dei Rischi Naturali di ARPA Lombardia e Giorgio Zampetti, Direttore generale di Legambiente nazionale. All’incontro ha preso parte anche Claudia Guerrini, project advisor della Commissione Europea – CINEA con un intervento sulle prospettive della Commissione Europea per affrontare le minacce del cambiamento climatico.
“Con Life Climax Po – ha precisato l’Assessore regionale Gianluca Comazzi – rafforziamo l’impegno di Regione Lombardia nella difesa delle aree sensibili del suo territorio, nella tutela dei nostri cittadini e delle nostre imprese, promuovendo uno sviluppo equilibrato ed eco-compatibile: per la prevenzione del dissesto idrogeologico Regione Lombardia ha investito in questi anni oltre un miliardo di euro, nonché approvato, prima Regione in Italia, i criteri e metodi per il rispetto del principio dell’invarianza idraulica ed idrologica (regolamento regionale n. 7 del 23 novembre 2017) che disciplina la gestione delle acque meteoriche allo scopo di far diminuire il deflusso verso le reti di drenaggio urbano e da queste verso i corsi d’acqua già in condizioni critiche, riducendo, in particolare, l’effetto degli scarichi urbani sulle portate di piena dei corsi d’acqua stessi. Sappiamo quanto queste azioni sono importanti soprattutto in centri fortemente urbanizzati, come l’area metropolitana milanese, anche alla luce degli ultimi disastrosi eventi, anche internazionali, che sono accaduti”.
“Siamo molto attenti alla prospettiva europea e crediamo nella collaborazione con altre Regioni: Climax Po – conclude l’Assessore Comazzi – ha anche l’obiettivo di rafforzare l’integrazione degli strumenti di programmazione e di pianificazione a livello di distretto e di implementare misure specifiche di rinaturazione e riforestazione e di mitigazione e prevenzione del rischio di alluvione”. Grazie a Climax Po destineremo in Lombardia, anche con il cofinanziamento regionale, oltre per la prevenzione e gestione dei rischi idraulici e idrogeologici con il finanziamento di nuovi interventi, tra i quali il progetto di rinaturazione del Fiume Lambro”.
“Purtroppo, le recenti alluvioni in Emilia-Romagna, la seconda in meno di due anni, e in Spagna, ma anche la prolungata siccità nel sud Italia, non fanno altro che confermare quanto la scienza continua a ripetere da anni circa gli impatti che il cambiamento climatico avrà nei Paesi che affacciano sul bacino del Mediterraneo”, afferma Francesco Tornatore, Dirigente dell’Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po (AdbPo) e responsabile dell’esecuzione del progetto Life Climax Po. “Quest’area, infatti, è considerata nei Rapporti IPCC un Hot-spot climatico, ossia un’area in cui gli impatti del cambiamento climatico saranno quanto mai evidenti ma, al tempo stesso, difficili da prevedere in termini di magnitudo. Il Progetto Climax Po nasce proprio da questa consapevolezza, e dalla consapevolezza che il percorso verso l’adattamento, in un Distretto fortemente antropizzato e al tempo stesso strategico per l’Italia, sarà un percorso lungo e faticoso, che richiederà l’impegno di tutti coloro che svolgono un ruolo nella governance del territorio e delle risorse idriche, ma anche il coinvolgimento di cittadini e imprese. Per questo motivo, in questa due giorni di lavoro, ci si è concentrati molto sull’organizzazione delle iniziative pubbliche che verranno organizzate nei prossimi mesi a partire dalla prima edizione del Po River Blu Fest che si terrà ad inizio maggio tra Bologna e Ravenna”.
“Le infrastrutture lombarde visitate durante il meeting di progetto parlano di equilibrio tra sapere territoriale e competenze tecniche, entrambe indispensabili per accelerare la transizione ecologica anche in ambito di gestione delle acque,” commenta Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente. “Salvaguardare gli ecosistemi fluviali e rinaturare le sponde del Po passa attraverso un modello di sviluppo economico che sappia tenere insieme il miglioramento delle infrastrutture storiche di governo delle acque con la continuità ai servizi ecosistemici ripristinati o inseriti ex novo. Ridurre il rischio alluvionale in tutto il bacino attraverso un’efficace politica di adattamento è il principale obiettivo condiviso, e progetti come Climax Po sono il giusto ambito dove perfezionare politiche e pratiche in tal senso.”
Le infrastrutture strategiche del Ticino
Oggi il team progetto ha visitato due opere idrauliche di eccezionale valore storico e funzionale. Il nodo idraulico di Panperduto, gestito dal Consorzio Est Ticino Villoresi, situato nel comune di Somma Lombardo (VA), rappresenta un capolavoro dell’ingegneria idraulica italiana di fine Ottocento. Costruito tra il 1884 e il 1891, questo complesso sistema dà vita a una rete capillare di 3.000 chilometri di canali che garantiscono l’irrigazione di 100.000 ettari di territorio. L’opera, inserita nel Parco Regionale del Ticino, è stata riconosciuta nel 2019 dall’ICID-Register of World Heritage Irrigation Structures per il suo valore storico e funzionale. La Diga della Miorina, situata nel comune di Golasecca, gestita dal Consorzio del Ticino, rappresenta un altro tassello fondamentale nella gestione delle acque del Ticino. Inaugurata nel 1942, l’opera si estende per 200 metri e svolge un ruolo cruciale nella regolazione del livello del Lago Maggiore attraverso un sistema di 120 portine abbattibili. Queste sono manovrate da carri che scorrono su un ponte a traliccio metallico, garantendo una gestione precisa e flessibile del flusso idrico.
Il progetto LIFE CLIMAX PO, cofinanziato dal programma LIFE dell’Unione Europea e giunto al secondo anno di anno di attività, mira a migliorare l’adattamento climatico nel distretto del fiume Po attraverso una gestione climaticamente intelligente delle risorse idriche e l’implementazione delle misure della Strategia Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti climatici (SNAC), coerentemente con il più recente Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici (PNACC). Tra le numerose attività, lavora per salvaguardare gli ecosistemi fluviali studiando l’implementazione di unarete di infrastrutture verdi-blu nel territorio per ridurre il rischio alluvionale e preservare i molteplici servizi ecosistemici che possono fornire ambienti come le zone umide.
I partner coinvolti nel progetto sono 25 partner (21 beneficiari e 4 associati): Autorità di Bacino Distrettuale del fiume Po (AdBPo) nel ruolo di coordinatore, Agenzia Interregionale per il fiume Po (AIPO); Agenzia Regionale per la Prevenzione, Ambiente ed Energia (ARPAE) dell’Emilia-Romagna, Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale (ARPA) del Piemonte e della Lombardia; Università di Bologna; Associazione Nazionale Consorzi di gestione e tutela del territorio e acque irrigue (ANBI), ANBI Emilia Romagna; ANBI Lombardia; ANBI Piemonte; ANBI Veneto; Fondazione Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (CMCC); Città Metropolitana di Bologna; Ente Regionale per i Servizi all’Agricoltura e alle Foreste (ERSAF); Legambiente nazionale e i suoi comitati regionali di Piemonte e Valle d’Aosta, Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto; Politecnico di Torino; Società Metropolitana Acque Torino (SMAT); Regione Emilia-Romagna; Regione Piemonte; Regione Lombardia; SOGESCA.
Per conoscere Life Climax Po: www.lifeclimaxpo.adbpo.it