Gli effetti dello sciopero dei trasporti di oggi e il riavvio degli spandimenti di liquami nelle campagne ipotecano una qualità dell’aria già compromessa
Legambiente: “Inutile girarci intorno: la salute va tutelata, e le politiche più efficaci sono la priorità al trasporto collettivo e la riduzione dei capi per ettaro a beneficio della qualità dei prodotti agroalimentari.”
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Le centraline ARPA Lombardia del centro città certificano il trentacinquesimo giorno di superamento dei limiti del PM10 (particolato sottile presente in misura superiore ai 50 μg/m3 nell’aria che respiriamo): 53 i microgrammi misurati in Via Senato, e addirittura 77 in Viale Marche.
Così la città si è giocata la sua ultima ‘fiche’ su un tavolo già perdente, e anche quest’anno i suoi numeri saranno prevedibilmente fuori legge per quanto riguarda la qualità dell’aria a cui sono esposti i milanesi: le previsioni di ARPA Lombardia non lasciano molte speranze per la giornata di oggi, che si prospetta ad elevato rischio di accumulo di inquinanti viste le condizioni del meteo.
Di certo, non aiuterà il picco di traffico collegato allo sciopero dell’intero comparto del TPL. Ma a parte questo evento contingente, è sicuramente l’assenza di politiche incisive sulla riduzione del traffico veicolare il primo fattore di deterioramento della qualità dell’aria, a cui si sommano fattori ‘esogeni’, tra cui le emissioni di fonte agricola.
Nonostante i chiari segnali di deterioramento della qualità dell’aria, infatti, da ieri la Regione ha autorizzato nuovamente gli spandimenti di liquami, e ciò porterà di sicuro ad un aumento dei livelli del particolato ultrafine che si forma quando le emissioni da traffico incontrano l’ammoniaca che esala dai liquami zootecnici sparsi sui campi.
“Milano e la Lombardia si presentano impreparate alla nuova direttiva europea sulla qualità dell’aria, che fissa soglie di inquinamento molto più restrittive per la tutela della salute,” spiega Damiano Di Simine, responsabile scientifico di Legambiente Lombardia. “L’inquinamento non ha confini politici e la salute dei cittadini è un diritto. Le politiche per ridurre le emissioni sono ben note, riguardano prioritariamente i trasporti su gomma nelle aree urbane e gli eccessi dell’allevamento intensivo nelle zone rurali. Finchè non si porrà mano a politiche efficaci in questi settori, non ci sono fondate speranze di miglioramento significativo per la mal’aria di Lombardia.”