Progetto di ricerca in collaborazione con l’università Bocconi
L’inquinamento atmosferico rimane la principale minaccia ambientale per la salute in Europa, come recentemente ricordato dall’Agenzia europea dell’ambiente. L’Italia è il secondo Paese dell’UE per decessi prematuri per inquinamento atmosferico (PM2,5), con la più alta concentrazione nella ricca e densamente popolata pianura padana. La pandemia di COVID-19 ha reso più saliente l’inquinamento atmosferico, aumentando la consapevolezza dei suoi effetti devastanti e l’amplificazione delle malattie concomitanti, comprese quelle virali.
Tuttavia, ha anche chiarito fino a che punto l’agricoltura e l’allevamento sono parte del problema e dovrebbero altresì essere parte della soluzione.
DESCRIZIONE DEL PROGETTO
Partendo da queste premesse, l’obiettivo generale del progetto INHALE è valutare l’esposizione all’inquinamento atmosferico e gli impatti attribuibili al settore agricolo e proporre strategie attuabili ed efficaci. Questo obiettivo viene raggiunto attraverso i dati raccolti di recente, da ARPA Lombardia, sulla composizione del PM10 per individuare la parte di inquinamento atmosferico attribuibile all’agricoltura.
L’Agenzia europea dell’ambiente (AEA) classifica l’inquinamento atmosferico come il più grande rischio per la salute ambientale in Europa. Il solo inquinamento dell’aria esterna è responsabile di 400.000 morti premature ogni anno nell’UE (EEA 2020). Il particolato fine (PM2,5) è di gran lunga il più dannoso tra gli inquinanti con 56.000 morti premature attribuite al PM2,5 solo in Italia, il secondo valore più alto tra gli Stati membri dell’UE-28 (EEA 2019). La maggior parte di questa mortalità si verifica nella regione della Pianura Padana (Greenstone e Fan 2018), un’area altamente industrializzata, popolata e inquinata.
Sebbene si sappia molto sui fattori di emissione di ciascuna delle sottoattività dei settori agricoli, abbiamo ancora una comprensione limitata sull’entità del suo effetto sulla concentrazione degli aerosol nella regione padana lombarda. L’analisi proposta da INHALE cerca di colmare questa lacuna conoscitiva stabilendo il legame tra specifiche attività agricole subsettoriali e l’esposizione umana al PM. Questo progetto si propone di rispondere: quanto inquinamento da PM può essere attribuibile a ciascun tipo di allevamento? Quale coltura rappresenta la maggior parte dell’esposizione al PM nell’area? Quali sono le sorgenti che influiscono maggiormente sulla concentrazione e qual è l’area spaziale su cui incidono. Il progetto utilizzerà i metodi della scienza dei dati e dell’econometria spaziale per fornire rapporti sulla ripartizione delle fonti per settore subagricolo.
Inoltre, INHALE svilupperà uno strumento di supporto alle politiche “finestra di diffusione intelligente” per integrare i metodi utilizzati dalle autorità locali per programmare la diffusione degli effluenti del bestiame agricolo nei campi. Questo strumento fornirà una programmazione intelligente della diffusione degli effluenti del bestiame, riducendo al minimo l’impatto sull’esposizione umana. Lo spargimento degli effluenti del bestiame è il processo di spargimento di liquame liquido e letame solido negli allevamenti che è responsabile fino a oltre il 30% delle emissioni di NH3 dell’allevamento. Imparando dai dati passati su “finestre di diffusione” definite, meteorologia e concentrazione passate e testando sulla meteorologia futura, possiamo definire una pianificazione intelligente dinamica in tempo reale della diffusione agricola che riduce al minimo l’esposizione umana al PM.
Pertanto, INHALE offre soluzioni innovative di data science che consentono la valutazione degli impatti del settore agricolo sulle concentrazioni di PM e sulla salute umana. Include un’analisi dettagliata sul contributo di ciascun sottosettore e processo agricolo all’esposizione all’inquinamento da PM. Consentendo di individuare le strategie di abbattimento alla fonte più efficaci sia in termini di attività agricole, ma anche per quanto riguarda i precursori del PM secondario agricolo. L’analisi distributiva della sorgente spaziale di INHALE fornirà approfondimenti sulle aree e sui sottosettori che necessitano di un intervento più urgente al fine di evitare la quota più alta possibile di impatti sulla salute umana.
PARTNER
L’Università Bocconi è un’università privata, indipendente, senza scopo di lucro, e il primo istituto italiano di istruzione superiore a rilasciare una laurea in Economia. Il progetto è ospitato presso GREEN – Centro di Ricerca in Geografia, Risorse, Ambiente, Energia e Reti. L’approccio di ricerca GREEN è altamente multidisciplinare e orientato ad affrontare questioni politiche rilevanti su scala locale e globale.
L’Istituto Europeo per l’Economia e l’Ambiente (EIEE) di RFF-CMCC è una partnership tra Fondazione CMCC (vedi sotto) e Resources for the Future (RFF, un think tank con sede negli Stati Uniti). La missione dell’EIEE è migliorare le decisioni in materia di ambiente, energia e risorse naturali attraverso una ricerca economica imparziale e un impegno politico. La ricerca economica e ambientale dell’EIEE mira a facilitare la transizione verso una società sostenibile e inclusiva. Il focus è sul cambiamento climatico