Incuria e maltempo hanno provocato almeno dieci episodi franosi in un anno, preoccupazione per una ulteriore variabilità meteorologica legata alla stagione estiva Legambiente: “Solo il caso ha finora evitato il peggio. Inderogabili gli investimenti nella messa in sicurezza e in una pianificazione territoriale finalmente più sostenibile.”
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Siamo ormai a una frana al mese, quando va bene. È questo il pesante bilancio che grava sull’intero territorio gardesano. In una stagione caratterizzata da un’alta variabilità atmosferica, con piogge frequenti e continui sbalzi di temperatura, la montagna gardesana non regge più e scarica soprattutto su strade locali e sulla statale la sua furia.
Partendo dal periodo estivo dello scorso anno, agosto 2023, Legambiente ha calcolato quasi un episodio franoso al mese, se non addirittura di più visto che alcuni smottamenti hanno interessato le due sponde del lago. Per fare un esempio, tutta la sponda da Tremosine a Riva del Garda (TN) è classificata come massimo rischio idrogeologico ma, nonostante questo, non si sono lesinate le urbanizzazioni anche in zona a rischio come a Campione. A questo si aggiungono situazioni di instabilità superficiale come per quanto riguarda l’ultimo smottamento a Salò.
“Ormai siamo in presenza di un dissesto idrogeologico diffuso, che le piogge degli ultimi giorni non hanno fatto che aggravare,” dichiarano dal Circolo Legambiente Per il Garda. “Ci chiediamo come si pensi di intervenire e con quali fondi, visto che la maggior parte del disagio ha effetto sulla Gardesana, arteria obbligata quanto altamente congestionata. Solo il caso ha finora voluto che non ci fossero conseguenze più pesanti.”
Dal circolo di Legambiente rimarcano come ormai anche le strutture paramassi e di contenimento già presenti siano obsolete o necessitino di una accurata manutenzione, costruite come sono in base a normative ormai superate, sia per quanto riguarda le tecniche di realizzazione sia per la loro portata massima.
“Per sopportare la pressione antropica dovuta anche al turismo, occorre un’importante sforzo tecnologico e di fondi a disposizione non più rimandabile, ma il vero nodo è la ripianificazione del territorio per una maggiore efficienza, sostenibilità e sicurezza,” concludono da Legambiente.
Tra poco al via le tappe lombarde della Goletta dei Laghi, la campagna sullo stato di salute delle acque lacuali che interesserà anche il Garda: un altro tassello di cui tenere conto per un nuovo scenario di sostenibilità del territorio.
Tabella: gli episodi di dissesto idrogeologico sul Garda (compresa la sponda veneta) da agosto 2023