Nonostante le interferenze da parte della lobby fossile, la COP28 conferma e rafforza la direzione di marcia: la Lombardia deve scegliere se coltivare l’opportunità o sopravvivere alle occasioni mancate.
Legambiente: “Incremento delle rinnovabili, sostenibilità dei trasporti e efficientamento energetico degli edifici per prendere la guida della transizione energetica del paese”
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L’esito finale della COP 28, a fronte di un dispiegamento senza precedenti delle lobby fossili, è prezioso perchè conferma che da parte della comunità internazionale non ci sono ripensamenti sulla tabella di marcia. Per l’Italia, e quindi per la Lombardia, questo significa che per restare competitivi occorre intensificare gli sforzi in tre direzioni: produzione energetica rinnovabile, elettrificazione dei consumi energetici, in particolare nei trasporti, e riduzione dei consumi energetici. Oltre alla riduzione delle emissioni anche da settori non energetici, a partire da quello legato alla filiera agroalimentare, che vede concentrarsi in Lombardia gran parte delle emissioni nazionali legati all’allevamento intensivo.
“La Lombardia deve ritrovare lo spirito giusto, soprattutto nel suo livello istituzionale, per tornare ad essere regione-guida della transizione energetica nel nostro Paese,” dichiara Barbara Meggetto presidente di Legambiente Lombardia.“Questa regione ha molte carte da giocare, a partire dalla generazione rinnovabile, in cui occorre velocizzare le procedure autorizzative, spingere sulla generazione diffusa, efficientare e mettere in sicurezza il patrimonio storico costituito dal grande idroelettrico. Ma altrettanto importanti sono le azioni sul fronte dei trasporti, ove, oltre a favorire l’elettrificazione del trasporto collettivo, occorre migliorare le prestazioni del TPL per ridurre il ricorso alla mobilità automobilistica, sostenendo al contempo la scelta della mobilità attiva. Analoghe azioni vanno intraprese nel comparto abitativo, in cui occorre sostenere l’adozione delle pompe di calore elettriche. Le sfide della COP28 possono essere grandi opportunità per l’innovazione e l’economia della nostra regione, oltre che per la qualità dell’ambiente: anche il presidente Fontana deve comprendere che l’approccio giusto, sul clima, non è quello di tirare a campare”