I primi 30 anni della legge quadro nazionale sulle aree protette. In Lombardia mancano diversi parchi regionali all’appello

Legambiente: aumentare la biodiversità per combattere la crisi climatica

Legambiente: “Completare al più presto la rete delle aree protette in Lombardia. Almeno 8 parchi fermi al 1983. Vogliamo il 30% in più di aree protette entro il 2030 anche nella nostra regione!

La Lombardia ha istituito, con la legge 86 del novembre 1983, il Piano delle Aree Protette regionali. Ad oggi, poco meno del 23% del territorio lombardo ha una forma di tutela.  Nello specifico il sistema è composto da 24 parchi regionali, 3 riserve naturali statali e 67 regionali, 33 monumenti naturali, 107 parchi locali di interesse sovracomunale e 245 siti di Rete Natura 2000 affidati a 85 enti gestori finanziati per la gran parte dagli Enti locali e per circa 9 milioni di euro dalla Regione Lombardia.

“Anche alla luce della Strategia per la biodiversità al 2030 approvata lo scorso maggio dall’Unione Europea, oggi più che mai è importante completare la rete delle aree protette lombarde – sottolinea Valentina Minazzi – vicepresidente di Legambiente Lombardia. A quasi 40 anni dall’istituzione della legge regionale mancano almeno 8 parchi all’appello. La Lombardia deve fare la propria parte per rispondere alle richieste della direttiva europea. Per questo noi chiediamo il 30% in più di aree protette anche nella nostra regione. I Parchi sono indispensabili non solo per garantire la tutela della biodiversità ma soprattutto per rispondere alla sfida climatica territoriale. Per questo chiediamo a Regione Lombardia di incrementare i finanziamenti ai parchi, che sono diminuiti negli ultimi anni e sono del tutto insufficienti per affrontare la sfida climatica e rispondere alla richiesta territoriale di fruizione”.

La nuova strategia europea sulla Biodiversità “… L’UE amplierà le aree Natura 2000 esistenti, con una rigorosa protezione per le aree ad altissima biodiversità e con un alto valore climatico lavorando sulle Direttive Habitat e Uccelli. Attraverso un piano comunitario saranno ripristinati gli ecosistemi degradati terrestri e marini in tutta Europa: un’agricoltura sostenibile che prevede la riduzione dell’uso e del rischio di pesticidi del 50% permetterà il miglioramento della salute degli habitat ma contribuirà anche attivamente all’arresto del declino degli insetti impollinatori. Almeno 25 000 km di fiumi Europei torneranno ad essere liberi di scorrere, 3 miliardi di alberi verranno piantati entro il 2030 e, in generale, sarà valorizzato e preservato il capitale naturale. La strategia sottolinea la necessità di sbloccare i finanziamenti per la biodiversità e di avviare un nuovo quadro di governance rafforzato che consenta di garantire una migliore attuazione nonchè il monitoraggio dei progressi, di implementare conoscenza e investimenti e infine di aumentare il rispetto della natura nel processo decisionale pubblico e delle imprese”.

Occorre pertanto completare la rete ecologica e istituire: il Parco dell’Oltrepò pavese e del fiume Staffora; quello della Val Codera e delle Retiche come parco alpino che comprenderebbe le importanti aree Natura 2000 già istituite; il grande parco del Po per mettere a tutela il sistema delle acque della Pianura Padana; il Parco del Lambro Meridionale che completerebbe la protezione del fiume in un prezioso territorio agricolo; i parchi climatici dell’Olona e del Seveso per migliorare le capacità di adattamento climatico dei territori più intensamente cementificati della regione.

Inoltre si devono abbracciare le città creando parchi regionali di cintura che includano le aree verdi esistenti in grandi parchi urbani: il Parco Metropolitano e Agricolo milanese, il Parco dei Colli di Brescia, il Parco dei Colli di Bergamo e il Parco della Franciacorta. Questi parchi sono importanti perché rispondono a una necessità di benessere delle persone e garantiscono una risposta efficace alla tutela del suolo e ai rischi climatici nelle aree urbane.

“La legge nazionale delle Aree protette che compie 30 anni deve considerare in modo più incisivo e determinato il sostegno economico e gestionale dei Parchi regionali che a tutti gli effetti hanno compiti di tutela della natura ma anche di sviluppo dei territori e del sistema agricolo di qualità – dichiara Marzio Marzorati – coordinatore di Federparchi Lombardia. I Parchi regionali sono pronti alla sfida di maggiori investimenti nei territori per concretizzare la loro azione di sostenibilità. Si deve inoltre completare l’azione regionale di riordino delle aree protette avviata con la Legge 28 del 2016 e sostenere attraverso maggiori finanziamenti le capacità dimostrate dai parchi nel rispondere ad azioni di sviluppo locale sostenibile, di crescita dell’ecoturismo e di produzione di cibo di qualità”.

“Rimane il rammarico di aver visto la disgregazione dell’unico Parco Nazionale lombardo, quello dello Stelvio, oggi ridotto a una somma di tre parchi regionali – Lombardia, Trentino e Alto Adige – che ne mette sempre più a rischio le tutele ambientali. Una situazione inaccettabile più volte denunciata” concludono da Legambiente

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