Rischio alluvioni: il consumo di suolo è solo una parte del problema
Legambiente: Da decenni la Lombardia non è investita da eventi paragonabili, per intensità e durata, a quello che ha colpito la Romagna. Ma non abbiamo ancora iniziato a riprogettare gli spazi urbani per aumentarne la sicurezza
Ben venga il dibattito su consumo e uso del suolo, dopo i tragici eventi alluvionali che hanno colpito l’Emilia-Romagna: si tratta sicuramente di un tema estremamente rilevante anche per la Lombardia, dove l’urbanizzazione si concentra proprio nelle fasce pedemontane, cioè dove i corsi d’acqua rallentano il loro deflusso reclamando spazio per l’espansione delle piene e la sedimentazione dei materiali trasportati da monte.
“La Pianura Padana è una piana alluvionale, da sempre formata e modellata dalle alluvioni” spiega Damiano Di Simine, responsabile scientifico di Legambiente Lombardia. “Alluvioni e colate detritiche non sono di per sé eventi catastrofici, ma la normalità del nostro sistema territoriale: il fatto che non avvengano con regolarità e tutti gli anni nello stesso posto non ci autorizza a far finta che non possano accadere ovunque e in qualsiasi momento”.
Succede da sempre, non siamo quindi neanche all’anno zero: la mappatura delle zone a rischio alluvionale e di frana è disponibile e i piani urbanistici devono verificare per tempo le proprie previsioni in rapporto alla componente geologica. Alla luce del fatto che gli eventi estremi si stanno moltiplicando e aumentando di intensità, abbattendosi su un territorio più fragile perché irrigidito da urbanizzazioni e infrastrutture sempre più pervasive, ciò non basta più.
La precarietà del nostro territorio viene ripercorsa dai numeri del rapporto CittàClima di Legambiente che, per il periodo 2010-2023, elenca un vero e proprio stillicidio di disastri in Lombardia:
– 174 eventi meteo-idro con danni
– 13 vittime
– 47 allagamenti da piogge intense, 47 danni da trombe d’aria e raffiche di vento, 27 esondazioni fluviali, 20 eventi con danni da siccità prolungata, 10 con danni alle infrastrutture, 9 con danni da grandinate, 9 frane da piogge intense
Scarica qui i dati provincia per provincia lombarda
Secondo i dati raccolti da CittàClima, nel 2022 la Lombardia è stata la regione in testa alla classifica italiana del totale degli eventi estremi registrati, con nove unità; nel primo semestre del 2023 se ne contano già otto
Scarica qui l’infografica nazionale Città Clima di LegambienteAree sempre più ampie, in particolare nella metropoli milanese, risultano talmente dense e compatte da aver modificato radicalmente la risposta idrologica del territorio, avendo impermeabilizzato alte percentuali di superfici e azzerato l’assorbimento dell’acqua da parte di suolo e vegetazioni.
Le cose non vanno tanto meglio nelle zone collinari e montane, divise tra abbandono di aree coltivate e intensificazione delle pratiche agricole, con conseguente perdita del reticolo minuto di opere per la gestione delle acque e dei versanti.
La Lombardia degli ultimi decenni è stata relativamente fortunata: dall’alluvione della Valtellina nel 1987 non si sono più verificati eventi piovosi paragonabili, per intensità e durata, a quelli abbattutisi in Romagna lo scorso maggio. Perdere la memoria degli eventi catastrofici genera però un senso di sicurezza mal riposto, se ci si riferisce a fenomeni che possono avere ‘tempi di latenza’ di svariati decenni.
La città più colpita è Milano con 30 eventi (di cui 19 esondazioni), mentre le province più colpite sono, nell’ordine, per numero di eventi: Milano 44, Varese 29, Brescia 16, Bergamo 15, Como 14, Cremona 13, Lecco 10, Monza e Brianza 10, Pavia 9, Mantova 6, Lodi 4, Sondrio 4.
“I dati di CittàClima confermano la grande fragilità del territorio metropolitano e pedemontano lombardo,” commenta Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia. “Oltre a dire stop al consumo di suolo, che ancora imperversa soprattutto in pianura, sotto la spinta delle recenti grandi opere stradali, occorre ripensare e dove possibile decostruire le superfici urbanizzate, in direzione di una maggiore sicurezza e sostenibilità”.
Nuove opere ingegneristiche, come canali scolmatori o vasche impermeabili, possono sicuramente aiutare a limitare gli effetti delle alluvioni, ma sono condannate a diventare rapidamente obsolete e insufficienti, se contestualmente non si inverte l’artificializzazione del territorio.
Ci vuole un cambiamento di approccio: puntare al ripristino della piena funzionalità del sistema idrografico, eliminando le strozzature artificiali e le tombinature dei corsi d’acqua, restituendo ai fiumi gli spazi di loro pertinenza e al suolo la propria permeabilità.
Si tratta delle cosiddette nature based solutions, soluzioni progettuali che mettano in valore le funzioni che il suolo e la sua copertura vegetale possono svolgere, sia nel favorire l’infiltrazione sia nel rallentare il deflusso delle acque
Scarica qui il comunicato stampa nazionale Città Clima di Legambiente
Lombardia – Andamento eventi meteo-idro dal 2010 al 2022 (Legambiente Città Clima su base dati ISPRA e CNR)
2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020 2021 2022
2 0 0 6 9 4 2 7 12 22 40 25 37
I circoli di Legambiente della città di Milano aderiscono alla mobilitazione contro il “Decreto Salva Milano” di venerdì 22 novembre 2024 h 13:00 – Palazzo di Giustizia
Servono altre valorizzazioni del territorio, che promuovano una qualità della vita diversa e rispondano alle emergenze sociali. I circoli milanesi: “Nessun condono per operazioni speculative che non risolvono né i problemi dello spazio pubblico né quelli dell’abitare” Scarica questo comunicato stampa La Camera dei Deputati ha votato un provvedimento che offre una ‘interpretazione autentica’ della legge urbanistica del 1942, ma senza troppo definire gli “ambiti edificati e urbanizzati” dove, ad