Forum Quale Energia? di Legambiente Lombardia: “Fotovoltaico ‘in ombra’, bisogna potenziare la macchina amministrativa, dobbiamo accelerare senza più esitazioni”

Milano, 13 luglio 2023 – Alla Fondazione AEM una giornata di riflessione sulla transizione energetica, patrocinata da Regione Lombardia, Comune di Milano e ANCI Lombardia. Riconoscimento di Legambiente ‘Comuni Rinnovabili’ alle amministrazioni con la maggiore potenza installata nel 2022

Il Forum Quale Energia? alla Fondazione AEM, Milano 13 luglio 2023 (ph. Legambiente Lombardia)

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Le istituzioni, le imprese e il terzo settore hanno discusso e tratteggiato il futuro della transizione energetica in Lombardia al forum Quale Energia? di Legambiente, ospitato presso l’auditorium di Fondazione AEM a Milano. La realizzazione degli obiettivi stabiliti dalla giunta lombarda con il PREAC dipende da una pratica amministrativa che deve accelerare la transizione. Al termine dell’evento diciannove comuni Lombardi hanno ricevuto un riconoscimento da Legambiente Lombardia per la potenza rinnovabile installata nel loro territorio nel corso del 2022.

Nel 2022 le installazioni fotovoltaiche hanno costituito oltre il 96% della nuova potenza installata nella nostra regione, con un ruolo marginale per la bioenergia e il piccolo idroelettrico. Dunque i risultati che si potranno conseguire nel prossimo futuro dipenderanno dalle nuove installazioni fotovoltaiche. È la tecnologia pronta per il mercato, accessibile alle famiglie e alle comunità, competitiva per imprese e utility. Tutto pronto, tranne per ciò che riguarda la macchina amministrativa oltre che per la volontà politica. Occorre promuovere e incentivare l’adesione di cittadini, aziende agricole e PMI agli investimenti fotovoltaici, sbloccando l’impasse e le farraginosità dei procedimenti autorizzativi in particolare per gli impianti di taglia industriale.

‍Il Programma Energia Ambiente e Clima (PREAC) della Lombardia stabilisce importanti obiettivi di incremento della componente rinnovabile della produzione energetica: nel 2030 la disponibilità di rinnovabili dovrà far fronte al 36% dei consumi energetici. Per arrivarci si prevede, a carico del fotovoltaico, un incremento di potenza installata pari a 8000 MW: in pratica, ogni anno si dovrebbero installare più del doppio dei 405 MW che la Lombardia ha installato nel 2022.

Confrontando il dato del 2022 con gli scenari del PREAC si scopre che questo, benché segni un netto aumento rispetto all’anno precedente, non si discosta dal risultato che, secondo il Programma regionale, ci si aspetterebbe in assenza di politiche attive. Da questa constatazione occorre partire per far muovere la stanca locomotiva lombarda sui binari della transizione ecologica, arrivando a installare pannelli su almeno il 10% delle superfici di copertura di tutti gli edifici lombardi (come prevede il PREAC): attivando le comunità energetiche, un catalizzatore in cui i Comuni possono giocare un ruolo importante, solarizzando gli edifici pubblici, ma anche sviluppando la filiera dell’agrivoltaico, ovvero pannelli disposti sui campi con una configurazione che assecondi la conduzione dell’attività agricola sottostante, anziché cancellarla.

Sebbene il fotovoltaico sia la ‘marcia in più’ che serve nell’immediato, rinnovabile in Lombardia significa anche idroelettrico. In questo ambito è inutile aspettarsi grandi crescite di potenze installate: stiamo infatti parlando di infrastrutture energetiche realizzate nello scorso secolo, che hanno intercettato con dighe e traverse la quasi totalità dei salti d’acqua del sistema idrografico regionale. Le nuove installazioni possono sviluppare apporti energetici marginali, spesso con costi ambientali inaccettabili per gli ecosistemi acquatici. Si tratta di un settore fondamentale, non solo per il suo notevole contributo alla generazione elettrica, ma anche per il suo valore strategico di risorsa in grado di livellare i picchi di produzione degli impianti che dipendono dal sole, grazie agli accumuli costituiti dalle dighe e alla possibilità di usare i ‘ripompaggi’, ovvero impiegare gli eccessi di carico diurno della rete per immagazzinare energia attraverso il sollevamento di acqua.

È proprio il grande valore strategico dell’idroelettrico per il sistema energetico lombardo a chiamare una mobilitazione per il suo mantenimento in efficienza e, soprattutto, in sicurezza, oltre che per le opportunità legate a interventi di revamping (che, secondo il PREAC, può apportare al sistema energetico un non disprezzabile plus di 300 MW di potenza installata al 2030). E’ però inaccettabile la situazione delle concessioni idroelettriche lombarde, in gran parte in scadenza o addirittura già scadute da oltre un decennio, e operanti in regime di proroga: si tratta di un quadro fortemente sfavorevole agli investimenti. Occorre al più presto far partire le gare di riassegnazione delle concessioni, superando gli ostacoli frapposti dai concessionari che difendono le loro rendite di posizione: solo così si potranno perseguire gli obiettivi di efficientamento del sistema, per farlo lavorare in perfetto tandem con il fotovoltaico. Ci aspettiamo che Regione apra le gare senza ulteriori indugi, e che i concessionari facciano un passo indietro rispetto alle battaglie legali che minacciano di intraprendere, ricordando che l’acqua e le dighe sono beni comuni, così come comune è l’interesse che nel sistema idroelettrico siano allocate le risorse per investimenti necessari e sempre più urgenti.

Il settore del biogas e del biometano mostra una transizione in corso: con la fine del regime di incentivazione precedente, produrre elettricità da biogas sarà sempre meno conveniente e agli operatori, specie quelli degli impianti più grandi e collegabili alla rete gas, converrà passare alla produzione di biometano da immettere in rete. Si tratta di una transizione da seguire e su cui sarebbe opportuno impostare una programmazione regionale dedicata, finalizzata in particolare a definire una dimensione del parco impiantistico compatibile con le disponibilità di materia di scarto da utilizzare per l’alimentazione dei digestori, per evitare di trovarsi nella condizione di dover importare biomasse da altre regioni o addirittura da altri continenti.

“Per raggiungere gli sfidanti obiettivi della transizione energetica in Lombardia dobbiamo lavorare sull’efficacia delle procedure amministrative” afferma Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia. “È fondamentale che i procedimenti autorizzativi per le installazioni e le concessioni siano lineari e rapidi, senza per questo perdere l’incisività delle verifiche e dei controlli. Se vogliamo dare risposte certe ad aziende e cittadini occorre rafforzare le struttura tecnico-amministrativa a tutti i livelli, dal Governo nazionale agli enti locali.”

Riguarda la diretta del ForumQualEnergia

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