Aumentano gli eventi estremi: a Milano temperatura media salita di 2,1 gradi in 10 anni. In Lombardia un’eccessiva impermeabilizzazione del suolo e politiche di concessioni edilizie scellerate in aree a dissesto idrogeologico rendono il territorio incapace di adattarsi agli effetti della crisi climatica
Ondate di calore, piogge intense, grandinate estreme, alluvioni: anche in Lombardia l’impatto dei cambiamenti climatici è sotto gli occhi di tutti e i dati sull’accelerazione di questi fenomeni sono sempre più preoccupanti. A scattare la fotografia è il nuovo rapporto annuale dell’Osservatorio CittàClima di Legambiente, nato con lo scopo di contribuire a far crescere l’attenzione e le analisi scientifiche sugli effetti che la crisi climatica ha sulle aree urbane e sul territorio italiano e per chiedere di accelerare le politiche di adattamento.
Le conseguenze più rilevanti nei confronti della popolazione dipendono da ondate di calore più forti e prolungate, in particolare per i soggetti a rischio come anziani e bambini che vivono in ambiente urbano. A Milano la temperatura media del periodo compreso tra il 2011 e il 2020 ha raggiunto 15.8 °C, rispetto ai 13.7 °C del periodo 1961-1990, con un incremento di 2,1 gradi centigradi. Il capoluogo di regione, inoltre, risulta tra i territori più frequentemente colpiti dalle alluvioni: 30 eventi totali e 20 esondazioni dei fiumi Seveso e Lambro. Le cause delle alluvioni e degli allagamenti nella città di Milano sono sicuramente da cercare nell’eccessiva impermeabilizzazione del suolo, con il 32% di aree impermeabili secondo i dati Ispra, che ha modificato in maniera importante l’assetto del sistema idrografico. Il 22 settembre ed il 29 agosto 2020 gli allagamenti hanno provocato gravi disagi alle infrastrutture e fino a sessanta minuti di ritardo per i treni a causa di un guasto alla rete elettrica nei pressi della Stazione Centrale. Le esondazioni del Seveso il 15 maggio ed il 24 luglio 2020 hanno, come sempre, portato gravi disagi all’interno quadrante nord del capoluogo lombardo, causato un blackout, interrotto l’agibilità delle strade per diverse ore e costretto a chiudere la fermata della M5 Marche il 24 luglio. Il 16 settembre 2021 un violento nubifragio, con pioggia e grandine, ha interessato soprattutto la zona sud della città, con le squadre dei Vigili del fuoco intervenute a causa dei sottopassi allagati e chiusi al traffico.
TUTTI I NUMERI DEL RISCHIO CLIMATICO
Non solo Milano, anche il bresciano nell’estate 2020 ha fatto registrare frequenti ondate di calore diurne e perturbazioni a carattere temporalesco con venti che hanno toccato picchi di 130 km/h comportando importanti danni anche agli impianti di distribuzione, tanto che nel solo Centro Operativo di Brescia si sono superati i 10.000 clienti contemporaneamente disalimentati. In autunno, invece, il fenomeno più significativo è stato la “tempesta Alex”, caratterizzata da una lunga fase di maltempo con piogge torrenziali ininterrotte che ha raggiunto la massima intensità tra la notte del 2 e 3 ottobre, colpendo soprattutto la provincia di Varese con raffiche di vento oltre i 90 km/h. Nel 2021 tra i fenomeni più rilevanti è da segnalare la pioggia caduta il 6 giugno a Mantova con 209 mm, contro una media mensile di 80 mm.
Il rapporto CittàClima di Legambiente è realizzato con il contributo del Gruppo Unipol e con la collaborazione scientifica di Enel Foundation.