Si acceleri sulla nascita dell’anagrafe unica nazionale obbligatoria per tutte le specie animali. Entro il 2030 più cliniche veterinarie pubbliche e guardie ecologiche
Come vivono gli animali d’affezione nella nostra regione? Risponde il Rapporto nazionale Animali in Città di Legambiente, presentato questa mattina presso la fiera di Milano, con il patrocinio di Anci, Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, Enci, Fnovi, Amvi e Società Italiana di Medicina Veterinaria Preventiva. L’indagine, giunta all’undicesima edizione, valuta le performance che Amministrazioni comunali e Aziende sanitarie dichiarano di offrire per la migliore convivenza in contesti urbani con animali padronali e selvatici.
Cani e gatti sono ancora oggi le due specie che dominano tra gli animali domestici, ma esiste un mondo di animali da compagnia difficile da sondare perché mancano gli strumenti. Legambiente torna quindi a ribadire l’urgenza di un’anagrafe unica nazionale obbligatoria per tutte le specie animali d’affezione o compagnia, in cui convogliare le informazioni delle banche dati regionali, che ad oggi è obbligatoria solo per i cani. Lo scopo è quello di fornire i servizi necessari ai cittadini e realizzare i controlli, anche in ambito sanitario, per prevenire criticità, migliorare e rendere sicura la convivenza con i “pet”, superando la frammentarietà delle informazioni regionali. Soprattutto alla luce dell’annuncio di un’approvazione di tale registro entro il 2023 da parte della Direzione generale della Sanità animale del Ministero della Salute.
Nella stessa occasione, è stato consegnato il premio nazionale ai Comuni e alla Aziende sanitarie che, dall’analisi dei dati ufficiali ricevuti da Legambiente, hanno evidenziato le migliori performance. Per la Lombardia sono stati premiati il Comune di Cavernago (BG), primo per il settore Organizzazione/Servizi nella classifica dei Comuni tra mille e 5 mila residenti; ATS della Montagna, prima assoluta in Italia e prima nella graduatoria delle aziende tra i 200 e i 500 mila residenti e ATS di Brescia, terza assoluta e prima per il settore “Risorse”.
«La gran parte dei costi dei comuni destinati agli animali d’affezione è assorbita dalla gestione dei cani presso i canili sanitari, strutture indispensabili nel modello attuale, ma purtroppo carenti rispetto ai bisogni reali dei territori. Molto spesso canili e gattili rifugio, ma anche oasi e colonie feline e centri di addestramento per cani sono realtà che sopravvivono grazie all’impegno di privati, associazioni e gruppi di cittadini, che fanno del volontariato e della passione per gli amici a quattro zampe una vera vocazione, come il circolo Legambiente Mondo Gatto di Milano – spiega Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia – Ci auguriamo che sempre più Amministrazioni locali prendano atto della difficoltà legate alla condizione degli animali nelle città, con interventi mirati e con stanziamenti adeguati, facendosi carico di situazioni che, ancora oggi, spesso sono affidate alla libera iniziativa e al volontariato».
Tra gli obiettivi di Legambiente inseriti nel dossier da raggiungere entro il 2030 la richiesta di rafforzare il personale di veterinari pubblici in servizio e strutture veterinarie pubbliche, tra canili sanitari e gattili sanitari (uno ogni 50-100 mila cittadini) e ospedali veterinari (uno ogni 300-400 mila cittadini) opportunamente distribuiti sul territorio; segue l’esigenza di realizzare un’area cani ogni 1.000 cittadini residenti per garantire una quotidiana qualità della vita a milioni di cittadini nei contesti urbani; infine aumentare il rispetto delle regole di civile convivenza usufruendo della vigilanza volontaria, di formando sempre più guardie ambientali e zoofile volontarie.