
Di Federico Del Prete*
L’idea che le gestanti o le madri debbano avere spazi riservati ed esclusivi per la sosta dei veicoli è prevista nel Codice della Strada dal 2021 (Art. 188 bis). L’articolo di legge non fa però obbligo: si dice, infatti, che gli enti proprietari delle strade, cioè i Comuni, ‘possono’, non ‘debbono’ realizzare gli stalli rosa.
Eppure, il Comune di Milano ha voluto recepire questa norma, prima ancora che del futuro PUP (Programma Urbano dei Parcheggi) da poco tolto alla Mobilità, si sappia qualcosa, aggiungiamo qualsiasi cosa, in merito a indirizzi, contenuti, obiettivi. Parliamo, ancora una volta, di sosta per automobili.
Una norma derivata da un’idea di genitorialità come minimo codificata, tipica dei conservatori, non è intanto sostenibile in senso ambientale, per l’ulteriore consumo di suolo che potrebbe produrre. A Milano, dove almeno sessantamila auto in sosta irregolare gridano già vendetta, sarà praticamente impossibile creare nuovi stalli. Saranno infatti riconvertiti gli esistenti (seicento su poco meno di trecentomila totali), e si può pensare che buona parte degli esclusi andranno a parcheggiare la propria automobile in altri spazi, quasi certamente non regolari. Si può però anche sperare che, col tempo, avendo ridotto l’offerta di parcheggi si riduca anche la domanda di spostamenti in automobile – e in questo c’è del buono.
Di nuovo da un punto di vista ambientale, il recepimento del Comune di Milano non sembra aver preso in considerazione la possibilità che le famiglie possano non preferire l’automobile per portare in giro la prole, anche pensando ai primi ventiquattro mesi di vita previsti dalla norma, dove un provvedimento del genere tende invece a fidelizzare verso l’automobile nel momento più delicato della pianificazione della logistica familiare, anziché, come sarebbe meglio a Milano, il contrario.
Il concetto di “spazio per la sosta” o di “parcheggio” continua quindi ad essere, oltre ogni ragionevolezza anche giuridica, appannaggio esclusivo dell’automobile, mentre nel caso dei “permessi rosa” e altrove si parla in realtà genericamente di “veicoli”. Per fortuna a Milano si vedono sempre più genitori che hanno scelto di investire in una cargo bike o in un carrello per la bicicletta. Peccato per loro non poter sfruttare i nuovi “parcheggi rosa”.
*Responsabile mobilità e spazio pubblico, Legambiente Lombardia