“In vista delle Olimpiadi 2026 liberiamoci da una idea vecchia di sfruttamento del territorio”. Gli ambientalisti chiedono trasparenza e accesso ai progetti per le opere connesse all’evento sportivo.
La Carovana delle Alpi di Legambiente fa tappa in Vallaccia, sito naturalistico d’alta quota nel comune di Livigno incluso nella rete europea ‘Natura 2000’, e lo fa per documentare lo stato delle opere abbandonate dopo che l’associazione ha ottenuto, a tutti i livelli di giudizio, sentenze che hanno decretato in modo ormai definitivo l’illegittimità del progetto di collegamento impiantistico tra il comprensorio sciistico di Livigno e la stessa Vallaccia.
L’ultima puntata dell’annosa vicenda legale, dopo la sentenza della Suprema Corte di Cassazione del 2019, è il provvedimento, notificato lo scorso giugno, con cui la Procura della Repubblica di Sondrio ha revocato il sequestro delle opere illegittimamente realizzate, al fine di rimuovere ogni ostacolo all’adempimento dell’obbligo di abbattimento delle stesse. Abbattimento che peraltro era stato già disposto nel giugno 2018, e che avrebbe dovuto essere eseguito entro il mese di ottobre dello stesso anno. Come ricorda la stessa Procura nel suo provvedimento, il Comune di Livigno risulta infatti inadempiente, non avendo dato corso alle procedure di demolizione entro il termine di legge.
“Non ci sono più scuse, le opere in Vallaccia e sul Monte della Neve devono essere abbattute e lo stato dei luoghi ripristinato, entro l’inizio dell’autunno – ha dichiarato Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia – Crediamo che la volontà dell’amministrazione comunale di porre rimedio ai danni arrecati al versante e al fondovalle possa rappresentare il miglior modo di dire la parola fine ad un passato di sfruttamento indiscriminato del territorio, per sviluppare un modello turistico davvero sostenibile ed appropriato al contesto di queste valli, uniche nell’intera regione alpina. E’ ora di voltare pagina, smettendo di inseguire modelli che hanno funzionato in passato ed altrove ma che, nel nuovo quadro imposto dal cambiamento climatico e dai nuovi bisogni espressi dal turismo montano, non è affatto detto che siano vincenti per l’Alta Valtellina dei prossimi decenni.”
Il riferimento è al cosiddetto ‘progetto Gasser’, un’idea di collegamento ‘sci ai piedi’ da Livigno alla Valfurva che, scimmiottando modelli dolomitici impostati nel secolo scorso, prefigura pesanti infrastrutturazioni in ambiti di grande sensibilità ambientale, giungendo a minacciare le aree naturali protette, a partire dal Parco Nazionale dello Stelvio e dai siti Natura 2000, che invece rappresentano il vero patrimonio da custodire in Alta Valtellina.
Il cambiamento climatico non determinerà solo modifiche negli ecosistemi montani, ma anche nel tipo di domanda turistica. Anche se è difficile fare previsioni, sicuramente le aspettative dei turisti sono destinate a trasformarsi, e in un quadro di grande incertezza l’approccio migliore è quello di sviluppare modelli che partano dai valori dei territori, invece che puntare sull’emulazione.
“Le Olimpiadi possono essere una grande occasione, oppure una minaccia per le nostre straordinarie ricchezze ambientali – richiama Barbara Silvestri, esponente del gruppo Progetto Livigno intervenuta all’iniziativa di Legambiente – dobbiamo far sì che gli investimenti legati all’evento siano coerenti con una visione di sviluppo sostenibile e non finiscano col diventare occasioni perse e oneri di cui farsi carico, come già avvenuto in passato, ad esempio con i Mondiali del 2005. Per questo chiediamo ai nostri amministratori, e in primo luogo al sindaco di Livigno, di rendere pubblici i progetti di cui finora abbiamo letto solo dichiarazioni sui giornali, a partire da quello relativo al collegamento a fune tra i due comprensori sciistici di Livigno, affinchè si possa sviluppare una discussione pubblica, nel quadro di una rigorosa valutazione ambientale”
Legambiente da domani si sposterà in Valfurva dove, in collaborazione con gli esperti del Comitato Glaciologico Italiano, si farà il punto sulla situazione dei ghiacciai, ed in particolare del ghiacciaio dei Forni.