Solidarietà e vicinanza alle famiglie delle vittime che da 10 anni chiedono giustizia. Ora i ritardi e le vicende giudiziarie mettono a rischio anche le bonifiche
L’Appello-bis per le morti d’amianto della fabbrica Fibronit di Broni si è concluso con l’assoluzione degli ultimi due ex manager ancora a giudizio, che erano accusati di omicidio colposo. Il processo si era aperto nel 2012 con 10 imputati, ma tra assoluzioni e impossibilità di prendere parte al processo di alcuni accusati, nel frattempo numerose morti sono andate prescritte. Il coordinamento dei Circoli di Legambiente della provincia di Pavia e Legambiente Lombardia, che si erano costituito parte civile nel processo, esprime vicinanza e solidarietà alle famiglie delle vittime.
«Migliaia di morti e nessun colpevole, siamo esterrefatti. È come se a Broni non fosse successo niente, eppure sono anni che la città chiede giustizia. Non è stata fatta chiarezza sulla responsabilità che ci sono state sul territorio, lasciando un vuoto incolmabile – sottolinea Legambiente Lombardia – Ora non vorremmo che i ritardi e le vicende giudiziarie per frode mettessero a rischio le bonifiche. Sarebbe un altro duro colpo che la comunità non può sopportare: l’amianto deve essere rimosso e i 140mila metri quadri dell’ex fabbrica messi in sicurezza il prima possibile, non si può ancora morire a causa degli effetti nocivi dell’amianto».