di Cecilia Giubileo*
La questione della perdita di biodiversità è una delle più grandi sfide ambientali che l’umanità dovrà affrontare nell’imminente futuro: considerato che nei prossimi decenni circa un milione di specie risultano a rischio di estinzione, a fronte di poco meno di due milioni di specie fino ad ora conosciute, è chiaro che si sta affrontando una crisi senza precedenti nella (breve) storia umana, tanto che da tempo si parla di sesta estinzione di massa.
Per fortuna ci sono alcuni modi per provare a scongiurare questo pericolo che possiamo attuare tramite azioni quotidiane; in questo articolo ne vengono esposti ben sette.
Ma la biodiversità, innanzitutto, che cos’è?
Il termine è stato coniato per la prima volta nel 1986 dal biologo statunitense Edward Osborne Wilson , e si può definire come la ricchezza di vita presente sulla Terra: la varietà e la variabilità degli organismi viventi, sia a livello genetico che di specie, e degli ecosistemi.
Ogni specie ha un ruolo specifico nell’ecosistema di cui fa parte, contribuendo a mantenere uno stato di equilibrio. Equilibrio che si mantiene fin quando il numero di individui all’interno delle varie popolazioni – ovvero il numero di individui delle varie specie – rimane costante nel tempo.
Per questo motivo, la diminuzione, o peggio, la scomparsa anche solo di una specie può comportare un’alterazione irreversibile. Per fare un esempio, la scomparsa di alcune specie di api, comporterebbe una diminuzione dell’impollinazione di fiori e frutti, molti dei quali sono coltivati per uso e consumo umano – in Europa circa l’80% delle specie coltivate dipende dall’attività degli insetti impollinatori – limitando la loro produzione e, di conseguenza, portando ad una graduale diminuzione di specie vegetali.
Preservare la biodiversità è di fondamentale importanza per diversi motivi.
Dal punto di vista socioeconomico, la biodiversità incide sui servizi ecosistemici, influendo su molteplici processi ecologici fondamentali.
Il concetto di servizio ecosistemico è stato ideato per favorire la nostra comprensione degli utilizzi e della gestione delle risorse naturali da parte dell’essere umano. Consiste nei benefici resi da un ecosistema, che contribuiscono al benessere dell’uomo: la disponibilità di cibo e acqua sono un esempio lampante, ma c’è anche la mitigazione delle temperature da parte della vegetazione, e altro meno evidente.
La biodiversità risulta intimamente intrecciata alla società umana anche sul piano della ricchezza culturale, date le interrelazioni fra gli ecosistemi e gli esseri umani che hanno dato origine a culture e sistemi di conoscenza differenti: dalla diversificazione dei semi utilizzati per le colture, per esempio, sono nati differenti sistemi alimentari e quindi stili di vita.
Osservando la questione da un punto di vista non prettamente antropocentrico (che veda al centro, cioè, le esigenze della specie umana), la biodiversità gioca un ruolo cruciale nella lotta alla crisi climatica. Un esempio concreto è rappresentato dalle foreste pluviali tropicali. Grazie alla loro incredibile varietà di specie, sono in grado di assorbire grandi quantità di anidride carbonica, contribuendo così a mitigare il riscaldamento globale provocato dai cosiddetti gas serra.
Inoltre, gli ecosistemi più ricchi in specie diverse sono più resistenti e adattabili a possibili disordini, come ad esempio gli eventi climatici estremi, le malattie e le invasioni di specie invasive alloctone.
La biodiversità mostra però anche un valore più profondo. Osservando un ambiente ricco di biodiversità, è impossibile non comprendere come ogni specie eserciti un diritto alla vita e al proprio spazio sul pianeta, indipendentemente dal suo valore per l’uomo.
L’Italia, con le sue sessantamila specie di animali e dodicimila specie diverse di piante vascolari (quelle che hanno radici, fusto e foglie; senza contare funghi, batteri e protisti), al momento risulta essere il Paese più ricco di biodiversità in Europa; ed in un momento così critico è a maggior ragione imprescindibile la sua protezione.
Nel febbraio del 2022 la biodiversità è ufficialmente entrata nella Costituzione italiana, tramite la modifica agli Articoli 9 e 41, nei quali è stato aggiunto che «la Repubblica tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni» oltre a stabilire che l’iniziativa economica è libera, ma «Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla salute, all’ambiente, alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.»
È ora indispensabile dare concretezza a queste modifiche, dando le risorse adeguate ai settori che nel nostro paese si occupano di gestione e tutela ambientale.
Cosa possiamo fare noi?
È solo attraverso l’azione combinata di individui, comunità, governi e imprese che possiamo sperare di invertire la perdita di biodiversità. La nostra capacità di riflettere, di provare empatia per gli esseri viventi che condividono il pianeta con noi e di agire in modo responsabile è, in fondo, ciò che ci rende umani. E forse la soluzione consiste proprio nel rimanere tali.
Cosa c’è di più umano, allora, se non riconoscere che quello che stiamo vivendo è un vero e proprio lutto ecologico (in inglese ecological grief)? Questo sentimento è stato osservato in varie popolazioni in tutto il mondo, in particolare tra gli individui che vivono a stretto contatto con la natura, come le popolazioni autoctone o gli agricoltori.
La costante esposizione alle tragiche notizie riguardanti il continuo peggioramento delle condizioni ambientali del pianeta può portarci a diventare insensibili alla gravità della situazione, conducendoci a sentirci impotenti, assuefatti agli eventi estremi, lontani dal problema.
Sarebbe utile, in una situazione del genere, riuscire a soffermarsi un momento sul concetto di perdita che ne consegue. Una perdita, come potrebbe essere quella di un nostro caro, dovrebbe richiedere investimento emotivo, di tempo e di energie, o anche solo un momento di riflessione.
Un habitat che un tempo esisteva rimane presente solo tramite il ricordo. L’elaborazione del lutto può essere un passo necessario da effettuare. È tramite quest’ultimo, infatti, che si può raggiungere il passaggio successivo: un cambiamento dovuto alla perdita che induce a modificare il proprio comportamento.
Fino ad oggi siamo stati abituati a pensare all’imminente: ho un bisogno nel presente e trovo la soluzione conseguente, senza tenere conto della variabile futura, sempre più appesa a un filo. Il pensiero lineare, che ad esempio da un punto A (una necessità) arrivi al punto B (la soluzione più veloce per soddisfarla, spesso con il minore dispendio di energie possibile da parte del singolo) sembra non essere più adatto a questi tempi. Conviene inserire una terza variabile, connessa al futuro, anche nelle azioni di tutti i giorni.
Per fare ciò, è necessario che ci sia una consapevolezza diffusa e dotarsi di strumenti adatti. Già, ma quali, a proposito di tutela della biodiversità?
Ecco alcune delle piccole, semplici azioni quotidiane che possono essere messe in pratica da chiunque, così come suggerite in occasione della XV Conferenza delle Parti della Convenzione delle Nazioni Unite per la Diversità Biologica, o COP15, avvenuta nel 2022:
- Cerca di non rovinare le piante in natura, e in assoluto non portare a casa esemplari, come ad esempio sabbia o conchiglie dalla spiaggia. Per evitare di soddisfare il bisogno primario di portare a casa qualcosa di “naturale”, soffermati a pensare se questa azione può avere delle ripercussioni nel futuro e prova a sostituirlo con fotografie, o ricordi;
- Consuma responsabilmente: per il cibo, scegli prodotti locali, seguendo la stagionalità in caso di frutta e verdura, comprando il meno possibile quelli imballati e processati, tenendo conto del possibile inquinamento. Rifletti sulla provenienza prima di comprare un qualsiasi prodotto, se necessario e possibile cambiando il punto vendita. Secondo le Nazioni Unite il sistema alimentare mondiale, basato sullo sfruttamento delle risorse per una produzione maggiore di cibo (attraverso l’aumento della domanda di fertilizzanti, pesticidi, energia, suolo ed acqua) è la principale causa della perdita di biodiversità;
- Prova a scegliere prodotti con una certificazione di sostenibilità ambientale: partendo dal presupposto che un prodotto non può essere 100% sostenibile (in quanto la produzione implica comunque un costo a livello ambientale), esistono delle certificazioni che garantiscono pratiche più sostenibili durante il processo di produzione, come un uso di materiali riciclati o scarti di produzione, pratiche agricole sostenibili o biologiche, utilizzo di sostanze chimiche meno nocive e riduzione dello sfruttamento di risorse come acqua, terra ed energia. Le certificazioni possono essere obbligatorie – come le etichette energetiche degli elettrodomestici – o volontarie – le aziende decidono se certificare o meno. Queste ultime possono essere basate su criteri definiti su base scientifica e che prevedono il rispetto di valori di soglia minimi (es. Ecolabel), essere autodichiarazioni ambientali (es. la dicitura “riciclabile” e “compostabile”) o basarsi sulle analisi relative al ciclo di vita di un prodotto (es. Forest Steward Council);
- Cambia o aiuta chi ti sta vicino a cambiare un comportamento che metta a rischio la biodiversità: ad esempio, fumare e disperdere nell’ambiente il filtro della sigaretta (uno dei rifiuti più comuni in Italia da trovare ormai in qualsiasi habitat!), o comprare l’ultima avanguardia in fatto di tecnologia senza avere esaurito il prodotto precedente;
- Minimizza gli sprechi (alimentari e non solo) evitando dunque di comprare più prodotti di quelli che sono effettivamente necessari, che molto spesso possono risultare allettanti perché accompagnati da sconti o prezzi stracciati;
- Diminuisci il consumo di carne. L’80% della deforestazione globale è causata dall’agricoltura industriale, il 70% della quale è destinata alla coltivazione per il nutrimento degli animali da allevamento;
- Ed infine… Aumenta la tua consapevolezza sulla biodiversità informandoti ed informando le persone intorno a te, per esempio aggiornandoti sui risultati dell’ultima COP per la Diversità Biologica, conclusasi ad ottobre 2024! A tal proposito, Legambiente ogni anno redige un report sulla biodiversità, l’ultimo uscito in occasione della giornata mondiale della biodiversità il 22 maggio, che puoi leggere qui.
Possiamo contare su di te?
*Biologa. Area Strutture, Legambiente Lombardia.