Continua la battaglia contro le assurde ragioni di un’opera che ferisce aree protette, consumando suolo e isolando comunità
Legambiente: “Da sempre contrari a un’opera che minaccia un territorio già compromesso, si faccia chiarezza anche sui ruoli preposti alla realizzazione di un’opera che ha alternative sia viabilistiche sia politiche.”
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Questa mattina le campagne della Città Metropolitana di Milano sono state pacificamente percorse da oltre millecinquecento cittadini contrari alla realizzazione della tangenziale Vigevano-Malpensa, un incubo dal quale questi territori non riescono, nonostante la lunga battaglia, ancora a risvegliarsi.
Oltre ottanta realtà riunite in comitato, tra queste anche Legambiente con il suo circolo di Abiategrasso e la sua presidenza regionale, che rifiutano un’opera che, oltre a minacciare l’integrità di aree protette (Parco Agricolo Sud Milano e Parco del Ticino) e l’economia agricola, porterà più inquinamento, un maggiore consumo di suolo e l’isolamento delle comunità.
Le alternative di rigenerazione e ampliamento della rete viaria già esistente, proposte a suo tempo dai comitati e da Città Metropolitana di Milano, continuano a non essere prese in considerazione, privilegiando un’infrastruttura impattante e dispendiosa, che causerà più problemi di quanti non potrà eventualmente risolvere.
Sulla cosiddetta ‘Collegamento Vigevano accesso a Malpensa’, motivo della protesta odierna, si allungano intanto ombre da procedimenti giudiziari in essere: il commissario straordinario per la realizzazione dell’opera è tra gli indagati per le presunte tangenti ANAS legate a un altra discutibile vicenda infrastrutturale: la Variante Tremezzina sul Lago di Como.
“Legambiente è da sempre contraria a un’opera che minaccia un territorio già compromesso,” commenta dalla manifestazione Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia. “Il comitato presidia da anni il territorio, con una lotta che ha anche il consapevole appoggio dei sindaci. Manca una politica infrastrutturale più attenta alle urgenze della transizione ecologica, serve anche chiarezza sui ruoli preposti alla realizzazione di un’opera che ha evidenti alternative viabilistiche.”